Un gentleman si costruisce anche dalle sue letture, che devono essere su misura come tutto il resto. Ancora oggi, c’è poco altro che possa battere il libro giusto quando si parla di forma mentis, costruzione della personalità, aspirazioni e progetti.

Qui di seguito, la nostra lista per le letture che non possono mancare nella libreria di un gentiluomo contemporaneo.

“Il conte di Montecristo” – Alexandre Dumas

I momenti di luce e quelli di buio della vita di un uomo. Un libro ancora modernissimo, da cui imparare come da un’enciclopedia. Un racconto unico, forse il più straordinario che sia mai stato scritto.

“Il piacere” – Gabriele D’Annunzio

Andrea Sperelli ha ridefinito prepotentemente le caratteristiche del dandy contemporaneo. E le descrizioni dannunziane, così ricche di dettagli e particolari, sono un incontro a tu per tu con la Bellezza.

“L’arte della guerra” – Sun Tzu

Un testo essenziale, che lascia trapelare una saggezza millenaria da ogni frase. Un gentiluomo deve sapere con chiarezza anche quando, e soprattutto come, affinare le sue armi. Sempre con grande discrezione.

“Tenera è la notte” – Francis Scott Fitzgerald

Un libro di Fitzgerald è imprenscindibile – e questo è il suo romanzo più complesso, sofferto, oscuro. E ogni uomo deve saper scendere fino nelle profondità della propria psiche, per poi risalirne più forte di prima.

“Arancia Meccanica” – Anthony Burgess

Alex DeLarge era, a modo suo, un gentleman. Per ricordarci che i valori non sono qualcosa su cui è possibile negoziare.

“Meno di zero” – Bret Easton Ellis

Il manifesto di tutti gli enfants terribles. Un libro che è una contraddizione in essere, simbolo di quanto i nostri desideri e aspirazioni possano portarci in alto, così come distruggerci.

“Il giovane Holden” – JD Salinger

Un romanzo che non necessita di definizione. La costruzione di un gentleman allo stato nascente, un vademecum sulla vita che non propone consigli, ma racconta una storia. Unica, come la nostra.

“Galateo, ovvero l’arte del buon vivere” – Giovanni Della Casa

Le buone maniere si sono certamente evolute e modificate, dal lontano 1500. Una solida base vecchio stile, però, è qualcosa che non può assolutamente mancare.

“Il signore delle mosche” – William Golding

Rimane una delle migliori rappresentazioni allegoriche della società moderna. Ci racconta di quanto sia difficile discernere il proprio bene dal bene comune, di quanto sia a volte ambigua la solidarietà umana.

“La mia Africa” – Karen Blixen

Un racconto epico, epocale, grandioso. Per chiunque abbia provato il mal d’Africa – e, più in generale, la nostalgia – almeno una volta nella vita.

“Il rosso e il nero” – Stendhal

L’eterna lotta tra razionalità e sentimento. L’importanza di dosare questo dualismo ogni giorno, in ogni gesto. La difficoltà continua di adattarsi a una società in continua evoluzione. Dove e come trovare le risorse per riuscirci.

“Il delta di Venere” – Anais Nin

Una delle più grandi scrittrici mai esistite, capace di parlare delle donne da un punto di vista dichiaratamente maschile. Mantenendo sempre un sottile filo rosso squisitamente, sfacciatamente femminile.

“Siddartha” – Herman Hesse

Un vero e proprio libro di filosofia condensata dietro una storia apparentemente leggera e scorrevole. Il desiderio di tutti di raggiungere qualcosa di altro, altrove.

“V per Vendetta” – Alan Moore

Una graphic novel diventata iconica, la voce di un’intera generazione. Per lusingare quel pizzico di ribellione che c’è in tutti noi.